LA
RIVOLUZIONE INFORMATICA e L’HYPERARCHITETTURA
L’architettura
contemporanea denominata: “Hyperarchitettura”
è uno specchio visibile e tangibile della società in cui viviamo. La Rivoluzione
Informatica in poco più di quindici anni ha cambiato radicalmente tutto : economia,
stili di vita , rapporti interpersonali,
visioni e prospettive collettive; tutto questo è avvenuto in una dimensione
globale in cui le dinamiche sono pressoché uguali da New York a Shangai. L’informatica
ha rivoluzionato il mondo attraverso la forza dell’informazione, la quale è
divenuta non solo condivisione di conoscenza , ma una rete di complicità
intellettive, di interazioni a distanza con l’adozione di strumentalizzazioni
sempre più tecnologicamente avanzate. Una rete virtuale di connessioni che avvolge
ogni cosa in ogni luogo e per la quale si considera avere la soluzione ad ogni
tipo di problema e di bisogno. Mi viene
da dire che con la Rivoluzione Informatica “tutto è a portata di mano”.
Ora esiste una
prospettiva virtuale, una sovradimensione in cui tutto è possibile, in cui ogni
persona può crearsi un’idealizzazione di sé stesso in un mondo parallelo
condiviso ,in cui conoscenza (Google) ,identità (Facebook) , comunicazione (What’s
up) ecc. creano un’identità virtuale. L’accettazione
quasi globale dell’informatica è a mio parere la chiara volontà di non riuscire
a trovare una definita identità nella realtà in cui viviamo. La realtà e la
virtualità si sono mescolate così in tutte le propaggini della società,
influenzando, direzionando e governando. Tutto ciò ha portato a una confusione
generalizzata, anzi globale su ciò che è reale o virtuale, iniettando nella
mente delle persone nuovi bisogni, nuovi esigenze, nuovi stili di vita.
Se la globalizzazione era negli anni 90 la
netta volontà di avere sia le persone sia il mondo uguali , l’informatica è stata lo strumento
che ne ha permesso il processo.
L’architettura
contemporanea non può che essere uno specchio della società in cui viviamo,in
cui vengono riflesse tutte le esigenze, i cambiamenti, le innovazioni e le interazioni
umane, tanto è vero che il processo progettuale architettonico negli ultimi
decenni è oggettivamente cambiato grazie agli infiniti strumenti tecnologici e ai
programmi informatici. L’architettura così ha questo doppia faccia : una è
quella di ascendere verso un benessere psicofisico dell’uomo rispondendo alle
esigenze umane e contemporaneamente però né riflette contraddizioni, psicologie
e visioni di un futuro. La cosiddetta ”Hyperarchitettura”
nasce dal nostro tempo, e assorbe le caratteristiche della nostra società. Dal
Bauhaus l’idea di astrazione nella progettazione era rimasta invariata finchè l’informatica
ha inserito l’idea di virtualità.
virtualità s. f. [dal lat. mediev. virtualitas
-atis, der. di virtualis: v. virtuale]. – Il fatto, la
condizione e la caratteristica di essere virtuale, potenziale.
La
virtualità così è la propensione a essere qualcosa altro, una ricerca di
potenziali identità, di potenziali visioni di futuro. Infatti sempre più
visibile nell’architettura è la tendenza di progettare più dei modelli potenzialmente
condivisibili ,che un’architettura basata su regole e espedienti. Ogni
architetto propone una potenza di futuro, strettamente soggettiva e slegata
spesso dal contesto, visto appunto come ostacolo alla potenzialità
architettonica poiché reale. Pertanto ogni edificio di nuova concezione è
basato sul “multitasking” , cioè in parallelo al cellulare, deve poter offrire
più servizi a portata di mano, divenendo un micro organismo autosufficiente in
un un macro mondo diverso ( realtà).
Anche l’idea
di paesaggio è cambiata. La tremenda definizione di “verde” sta sparendo, e l’architettura
tende sempre di più a un minore impatto sull’ambiente, a volte mimetizzandosi con
esso, ma tutto ciò deriva da una più sana e elaborata concezione di ecologia ,
che ormai è divenuta tema costante e non più secondario. In molte architetture
la natura ritorna come tema principale e si tende a reinterpretarla in varie
forme. Le componenti progettuali così sono diventate
infinite e la visione di un nuovo tipo di società è strettamente legato alla
ricerca, alla potenzialità, perché avviene il processo di conversione di elementi
entrati in crisi (funzionalità ,paesaggio ,linguaggio architettonico, forma
ecc.) in valori e l’informatica in quanto strumento dei nostri giorni è la
principale artefice dell’indagine contemporanea.